
Un processo vale dieci comizi. Perché Trump non teme la giustizia

Per riuscire a risiedere al numero 1600 di Pennsylvania Avenue, a Washington, i candidati alla presidenza degli Stati Uniti devono affrontare un anno e mezzo estenuante, un tour de force tra dibattiti, discorsi, interviste, eventi per raccogliere finanziamenti e appuntamenti per entrare a contatto con l’elettorato. Donald Trump, in testa a tutti i sondaggi per vincere le primarie del Partito repubblicano, dovrà affrontare la campagna mentre è impegnato a difendersi in tribunale nei tanti processi in cui si ritrova imputato. E non è affatto detto che sia uno svantaggio.
I primi processi di Trump
La prossima settimana è previsto nel Wisconsin il primo dibattito per i candidati alle primarie dei repubblicani. È altamente improbabile che Trump, forte del suo vantaggio, sia interessato a parteciparvi ma se volesse farlo avrebbe dei problemi visto che alla fine della prossima settimana, venerdì 25 agosto, dovrà presentarsi in un centro detentivo di Fulton e poi in un tribunale di Atlanta per rispondere dell’accusa di aver cercato di sovvertire l’esito del voto presidenziale in Georgia nel 2020.
Cinque giorni dopo il secondo dibattito repubblicano, il 2 ottobre, per Trump inizierà anche un secondo processo, questa volta nello stato di New York, dove il tycoon e il suo impero economico dovranno rispondere del reato di frode. L’ex presidente non è obbligato a partecipare di persona, ma potrebbe anche farlo: ogni foto che lo ritrae in un tribunale può portare acqua al suo mulino e aiutarlo a descriversi come perseguitato dalla giustizia.
Primarie repubblicane e tribunali
Trump ha chiesto di rimandare i suoi processi alla fine dell’anno prossimo, dopo le elezioni di novembre, per evitare che «la giustizia interferisca nel processo democratico», ma difficilmente accadrà. È proprio nel 2024, piuttosto, che l’agenda del tycoon si farà fitta di impegni.
Il 2 gennaio potrebbe tenersi la prima udienza del processo a Washington Dc che vede Trump incriminato di cospirazione per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. La data potrebbe ancora cambiare, di sicuro però non sarà modificata quella del 15 gennaio, quando si apriranno ufficialmente le primarie repubblicane in Iowa e Trump dovrà difendersi dall’accusa di aver diffamato la giornalista E Jean Carroll.
I casi più importanti
Una settimana dopo le primarie in Nevada, il 15 febbraio, toccherà al processo per la tentata sovversione del voto in Georgia. A marzo, 20 giorni dopo il super martedì, sarà il momento dello “scandalo” Stormy Daniels: Trump è accusato di reati fiscali per aver fatto passare la cifra versata alla pornostar per mantenere il silenzio sulla loro storia come una spesa elettorale.
Il 20 maggio sarà poi la volta del processo per aver conservato, anche dopo il termine del suo mandato presidenziale, documenti classificati che sono stati rinvenuti nella residenza di Mar-a-lago.
Trump rischia fino a 561 anni di carcere
Per i nove processi in cui è imputato per decine di capi d’accusa Trump rischia fino a 561 anni di carcere. La mole è tale che l’ex presidente potrebbe trarne vantaggio, più che svantaggio, alle elezioni di novembre 2024.
Il tycoon, infatti, non perde occasione per ricordare all’opinione pubblica di essere «perseguitato» dall’amministrazione del suo probabile avversario, Joe Biden. I sondaggi al momento lo danno in vantaggio sia alle primarie dei repubblicani, sia nella corsa presidenziale.
È ancora presto per predire che effetto avrà sull’elettorato la valanga di processi che lo vede imputato. Di certo non c’è nulla, ma è probabile che ogni appuntamento elettorale che dovrà saltare per difendersi in tribunale gli farà guadagnare più voti di qualsiasi comizio.
Foto Ansa
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