Un sauvignon per Francesca

Di Massobrio Paolo
31 Marzo 1999
Enogastronomia politica

Se c’è un’immagine che ben descrive l’umano d’oggi, questa è la torre di Babele. Le tracce di un certo mondo impazzito che non si ritrova più, sono nei giornali di un giorno qualsiasi. Politica: “Il gruppo misto supera Forza Italia e diventa il 2° partito” (ed è la Babele della politica, vi pare?). Matrimoni: “La crisi del dodicesimo anno, crescono i divorzi”. E l’Istat dice: “Si lasciano di più le coppie di laureati” (ed è la Babele della morale, che ha più riferimenti nel rampantismo, che nella ricerca della felicità). Tempo libero: “Vecchioni, il bello della noia”, mentre si sprecano peana per il film ispirato al romanzo di Moravia, dal titolo “La Noia”. Ed è la Babele della cultura, se si vuol mettere d’accordo le parole “bello” e “noia”. Alimentazione: “Allarme sui cibi transgenetici: chi li mangia non lo sa”, mentre a Torino si sospettano due morti causate dal morbo di mucca pazza. E davanti a ciò il Corsera esce in prima pagina con una presa in giro al sindaco di Alessandria, rea di valorizzare la cultura gastronomica locale. Ma la verità sta due righe sotto, a dimostrazione che se non prendi la cazzuola per costruire la torre di Babele, sei un deviato. “Ha varato una mozione che impegna il Comune a rifiutare qualsiasi formalizzazione della coppie di fatto”. Perché? “Per porre fine a quelle iniziative – dice Francesca Calvo – finalizzate a disgregare giuridicamente e sostanzialmente la società naturale fondata sul matrimonio”. Alla gogna! A Francesca, voglio allora dedicare il vino che esprime una perfetta corrispondenza tra profumo e gusto. È il Sauvignon Poggio alle Gazze della Tenuta Ornellaia di Bolgheri 1997. Un vino che rasenta la perfezione. Tutto il contrario della torre di Babele.

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