Un toast fatto in casa potrebbe venirvi a costare una quindicina di euro

Di Elisabetta Longo
08 Febbraio 2013

Gli irriducibili della colazione al bar, quelli che non si svegliano davvero fino a quando non ordinano “cappuccio e brioches”, hanno provato tante volte a smettere, a fare il primo pasto della giornata a casa, lontano dai rumori dei locali. Hanno pure comprato la macchinetta per il caffè che promette miracoli, ma dopo un paio di mattine in cucina sono tornati lì, al bancone. E la macchinetta espresso di ultima generazione giace spenta e ricoperta di polvere.

POLVERE. Un’assicurazione inglese, la Direct line, ha commissionato una ricerca per stimare l’effettivo valore degli oggetti acquistati e mai utilizzati che sopiscono nelle cucine dei clienti. Due famiglie su tre confessa di avere usato il tostapane tanto desiderato meno di sei volte, e il 10 per cento dice di non averli mai usati dopo il primo entusiastico collaudo. Ed è stato calcolato che un totale di 123 milioni di macchine per fare il pane, macchine per l’espresso, frullatori e mixer giacciono chiusi nelle dispense, nella speranza di vedere la luce. In media ognuno di questi prodotti tecnologici costa sui 60 euro, quindi è presto calcolato lo spreco.

TOSTAPANE. Il “robot da cucina”, che dovrebbe impastare e far da sé una cena intera, non è stato che usato un 20 per cento di volte. Lo spremiagrumi elettrico, acquistato in un momento salutista, è stato usato al 16 per cento. Stesse cifre basse per il tostapane, la griglia per fare i waffle, il frullatore. Per questo motivo, si può calcolare che il prezzo da voi sborsato non verrà mai sufficientemente riequilibrato dall’uso, e così il vostro toast fatto in casa verrà a costarvi una quindicina di euro. Come cinque toast al bar, comodi e senza fatica.

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