Una ricchezza non esportabile

Numeri di «un’unica grande ricchezza non esportabile» quelli emersi dal primo censimento del patrimonio immobiliare dello Stato italiano che il direttore dell’Agenzia del Demanio, Elisabetta Spitz, ha illustrato al convegno internazionale “Conoscere per riconoscere” tenutosi a Roma il 18 ottobre alla presenza di 23 delegazioni estere rappresentanti gli omologhi del Demanio europei. Trentamila immobili sparsi in tutta Italia, di cui 20 mila edifici e 10 mila terreni, il cui monitoraggio ha impegnato per quattro anni 1.600 persone e prodotto 150 mila rilievi, 70 mila planimetrie, 700 mila immagini e raccolto 400 informazioni per ogni singolo bene censito. Tutto questo sarà disponibile in un’unica banca dati e dal 2011 i beni di maggior prestigio verranno insigniti di una targa. Con 1.077 immobili alla Capitale è riconducibile la maggiore provenienza dei tesori, seguita da Venezia (450), Genova (410) e Milano (330). In 2.500 beni sparsi in 153 Comuni l’Agenzia ha inoltre individuato una rete su cui poter «sviluppare scelte strategiche». La presentazione del censimento ha sancito inoltre la nascita di un nuovo network tra le Agenzie del Demanio europee, un segretariato operativo tra i 27 paesi Ue e uno scambio tra le professionalità operative di tutti i dipartimenti.   

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