Una scimitarra turca contro la Corea

Di Fred Perri
27 Giugno 2002
“I fratelli ottomani userebbero le roncole”

Compagni e amici, qui, nella ridotta di Tokyo, mi sento molto il maresciallo Ney, al comando (si fa per dire) della retroguardia della Grande Armée in rotta. Mentre vi scrivo un mio collega è tombé malade, c’ha la febbre a 39. Martedì scorso, mentre io venivo stordito da botte feroci di malinconia, lui moraleggiava sulla nostra fortuna. Certo, gli rispondevo, molti c’invidiano, ma io c’ho un magone, ammazza che magone che c’ho. Adesso lui chiama le compagnie aeree per sapere se c’è un posto per partire prima. Questa sera mi sento molto interista: ce l’ho con me stesso, col potere, con il Palazzo, con gli arbitri malandrini e coi guardalinee del Terzo Mondo. Sono razzista? Forse, ma ormai sogno una finale Corea-Turchia. Perché i fratelli ottomani, invece di starnazzare come noi, al primo tentativo d’imbroglio, tirerebbero fuori le roncole e comincerebbero a sgozzare tutti. Ah, compagni e amici, solo la visione di Hasan Sas con una scimitarra insanguinata mi riconcilierebbe con questo calcio nauseabondo.

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