
Usa: salta l’accordo sul deficit, scatta il taglio automatico da 1.200 miliardi
La notizia era stata data il primo agosto 2011 da Barack Obama: «I leader dei due partiti, nelle due Camere, hanno raggiunto un accordo che ridurrà il deficit ed eviterà il default, un default che avrebbe avuto un effetto devastante sulla nostra economia». Il tetto del debito Usa era stato alzato di 900 miliardi a fronte di tagli per 917 miliardi. Secondo l’accordo raggiunto, il tetto doveva essere alzato di ulteriori 1.500 miliardi a patto che una “Supercommissione” composto da sei democratici e sei repubblicani si fosse messo d’accordo sugli ulteriori tagli da fare pari a 1.500 miliardi. L’accordo, manco a dirlo, non è stato raggiunto e così le misure automatiche di emergenza sono scattate.
Queste misure prevedono tagli da 1.200 miliardi, che partiranno nell’autunno 2012, suddivisi tra spese per la difesa (50%) e spese sociali (50%), inclusa l’assistenza sanitaria agli anziani prevista dal Medicare tanto caro a Obama. Il Pentagono si vedrà così “portare via” 600 miliardi in pochi anni. «Un’amputazione che mette in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti ha detto nei giorni scorsi il ministro della Difesa Leon Panetta.
Il nodo che gli Stati Uniti non riescono a sciogliere è sempre lo stesso: i repubblicani non vogliono che vengano alzate le tasse, anzi chiedono che gli sgravi fiscali per i redditi medio-alti vengano prorogati. I democratici non accettano che venga tagliata la spesa sociale. L’obiettivo di Obama sembra essere quello di far ricadere il disastro sul Congresso e lavarsene le mani. Operazione difficile.
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