
Vaffa boomerang. Urlare per inseguire chi urla di più rende solo afoni

Anticipiamo un articolo tratto dal numero di Tempi in edicola da giovedì 23 giugno (vai alla pagina degli abbonamenti) – Il giorno dopo i ballottaggi c’è qualcosa che non ci convince nei commenti dei giornali e di alcuni esponenti del centrodestra.
Esultare per la débâcle del Pd è comprensibile – il dato è incontrovertibile e basti pensare a Torino e Roma –, ma ci pare una ben rachitica consolazione. Soprattutto, non ci pare una grande strategia né a breve né a medio termine perché, se può appagare le viscere nell’immediato, difficilmente può diventare una solida base su cui tentare di costruire qualcosa per il futuro.
“Facciamo a capirci” e prendiamo come esempio Milano, caso – come sapete – a noi caro. La vittoria mancata per un soffio da Parisi indica che dove il centrodestra si presenta con un volto riformista, liberale e di consistenza propria risulta credibile. Se esso, al contrario, insegue il populismo grillino non fa altro che martellarsi sui cosiddetti. Per noi è incomprensibile che, prima dei ballottaggi, Matteo Salvini e altri abbiano detto di votare Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino.
Come scrive il nostro Renato Farina sul numero di Tempi che uscirà in edicola, la “sindrome Brzezinski” (il nemico del mio nemico è mio amico) non paga mai. Il TTR (Tutto Tranne Renzi), così come il TTB (Tutto Tranne Berlusconi), può forse far vincere qualche battaglia, ma non porta mai a costruire niente – e chi l’ha vissuto per vent’anni sulla propria pelle dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro. Se voti Raggi a Roma e Appendino a Torino sperando in un ritorno da altre parti, sei un illuso (Milano docet).
Il M5S non è un partito politico: è risentimento col blog intorno, vaffa telecomandato da un server, ridicola scia chimica. Costruire è più impegnativo che urlare, ma inseguire chi urla di più rende solo afoni. E dopo, chi vuoi che ti ascolti più se non hai nulla da dire?
Foto Ansa
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7 commenti
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Prima di essere così severi verso i candidati e soprattutto gli elettori pentastellati farei un seria autocritica su cosa e’ oggi – sempre che ancora esista – il Centrodestra. “Riformismo liberale” e’ una bella etichetta, ma finora non si è visto un granché di riformista o liberale quando ha governato il Cav. Anche perché definire Lega e FDI liberali e’ abbastanza divertente. Comunque se uno non vince il problema non sono mai gli elettori, bensì i candidati, anche al netto della demagogia sulla “Casta”. Infatti il trend “anti sistema” e’ in crescita in buona parte dell’Occidente, non è colpa solo della vera Casta, quella dei magistrati: e’ colpa dell’ignoranza e della mancanza di testimoni credibili, con una classe politica succube del potere economico.
1. A Roma anche un decerebrato come me avrebbe capito che la Meloni avrebbe avuto maggiori possibilità di vincere rispetto a Marchini. Ma gli illuminati consiglieri del Berlusca gli hanno detto di farle un dispetto perché altrimenti lei gli avrebbe potuto contendere la leadership del centrodestra, il che evidentemente è lesa maestà.
2. Non ho sinceramente capito, dati i risultati del primo turno, uno che non si fosse voluto astenere cosa avrebbe dovuto scegliere tra Fassino e Appendino e tra Giachetti e Raggi. Io avrei certamente scelto Appendino e Raggi. E questa supponenza verso i rappresentanti del M5S è la stessa che nel ’92 i partiti storici avevano verso la Lega prima e poi verso Forza Italia. Con i risultati che tutti ricordiamo. Sarebbe il caso di controbattere il M5S sui contenuti (e ce n’è da controbattere) e non sulla (supposta) incapacità di risolvere i problemi (che peraltro il centrodestra a Roma, per dirne una, non mi pare che abbia granché risolto).
3. Le prove del governo di centrodestra, nazionale e locale, non mi sembra che indichino un grande spirito riformista e liberale. Al di là delle posizioni sui temi etici, per le quali di sicuro FI è il meno peggio tra tutti, per tutto il resto ho l’impressione che nel centrodestra la corsa al magnamagna generale non abbia conosciuto soste e un’alta percentuale di personaggi alla corte del sultano, ivi compresi i “nostri”, non abbia dato gran prova di interesse per il bene comune, ma piuttosto per il bene proprio.
4. Tutto ciò premesso, sarebbe ora che elettori e politici del (ex) centrodestra si facessero delle domande serie sulla leadership, sui programmi da portare avanti, sul personale politico da selezionare, sulla democrazioa interna e sul perché siano stati così timidi (o vili) nel fare le necessarie riforme quando era possibile. Altro che lanciare le frecciatine ai M5S.
Condivido buona parte del tuo ragionamento; c’è da dire che, purtroppo, molte proposte politiche avanzate dal centro destra sono sempre e puntualmente state ostracizzate dal centro sinistra… non li si lasciava lavorare, ecco. E ti dico anche che sarà sempre così, sempre..Tuttavia, una lezioncina al centro dx che si sentiva forte ed immune, a mio parere, ci voleva, e questa si è concretizzata nell’astensionismo di buona fetta degli elettori..La signorina Meloni ci mette, oltre alla buona volontà e la radicalità, anche tanto “anima e core”, per questo piace molto alle persone. Mie considerazioni.
Se,se se! La politica non è fatta di sé.Gli spazi vanno riempiti altrimenti li riempiono gli altri.
1 Vedere Milano come esempio. SI PREGA RILEGGERE BENE L’ARTICOLO
2 Hanno rotto gli zebedei con i loro proclami.
3 Vogliamo proposte serie.
4 Se i cinque stelle è meglio di Renzi siamo a posto.
5 E se la Meloni avesse appoggiato Marchini non avrebbero vinto ?
Parole sagge, ma sino a quando ci facciamo dettare le regole dai vari salvini,meloni,gasparri,brunetta siamo alla frutta.
Guarda che è per essere costretti a dover seguire le regole che Berlusconi ha voluto imporre a Roma, che il cdx ha perso nella Capitale.
Addirittura dietro a Giacchetti, su cui non si poteva scommettere ragionevolmente nemmeno un sodo di cacio.
E i risultati sono palesi, non consentono interpretazioni:
Bertolaso poi Marchini = 10 e qualcosa.
Meloni = quasi 21.
Se tutti i voti dei seguaci del Matusa fossero stati indirizzati sin dall’inizio su Meloni, considerando anche quelli che di fronte ad un cdx diviso e frammentato dunque vulnerabile, hanno deciso di astenersi dal seggio per rabbia o ripicca, avremmo passato il Sor Giacchetta.
Infatti a Milano Sala ha vinto per un pugno di voti, e fino all’ultimo era incerto.
Hai sentito cosa ha detto ieri la Meloni da Del Debbio?
La distribuzione di voti per quartieri:
Parioli e quartieri benestanti hanno votato per il Sor Giacchetta, i borgatari hanno fatto il pieno a Raggi e la Sora Melona, con le dovute differenze.
Ecco fatta l’indagine sociologica del voto.
Lo stesso si può dire per Salvini.
L’establishment è PD.
L’anti-establishment è 5 Stelle e Cdx.
Se il Cdx trova l’unità è un avversario temibile dei 5 Stelle.
Se si presenta in ordine sparso, abbiamo il 100% di probabilità di sconfitta.
Berlusconi non può riproporre l’antiquariato degli anni 90, oggi non funziona più.
Sarebbe l’equivalente che il PD riproponesse Bersani.
E i Cattolici dovrebbero stare più attenti a quello che votano.
Non lasciarsi accalappiare dalle dichiarazioni di intenti e di sentimenti, ma solo dai fatti documentati……immigrazione senza controllo, campagna contro l’obiezione all’aborto, divorzio a sei mesi, matrimoni omosessuali, utero in affitto, droga libera, campagna contro i crocefissi e i presepi, connivenza nel silenzio con gli autori del genocidio cristiano-yazida in Medio Oriente,……………
I conti in sospeso sono tanti, e non bastano le belle paroline del boy scout, che ormai dovrebbero essere screditate.
Bello!