Vandali per scherzo (e noia)

Di Pavarini Maria Cristina
19 Maggio 1999
Gadget&fashion

Killah Babe è un marchio per teenager che amano lo streetwear. Il suo nome è la forma contratta per “killer babe”, e significa “ragazzina killer”. Questa linea s’ispira alla violenza giovanile, così trendy in questi giorni. Lo si è visto per la strage di Denver, ma lo si può capire guardando anche in casa nostra. Milano, negli ultimi mesi, ha registrato diversi casi di furti di cellulari, piumini di marca, occhiali da sole, Rolex e Swatch – episodi di violenza, o estorsione ad opera di piccoli gruppi occasionali, nei confronti e da parte di ragazzi d’età tra i 15 e 17 anni. Altro dato preoccupante, riferito dal criminologo Alfredo Cerretti è che il 25 per cento dei reati commessi da minorenni a Milano è per mano di ragazzi sotto ai 14 anni. Tuttavia, una volta interrogati, nessuno di loro ammette di provare sensi di colpa: spiegano di averlo fatto per scherzo e per potersi divertire alle spalle di qualcuno – non tanto per il “bottino”. Arrecare danni a case private è un altro divertimento in voga tra i ragazzi “bene”. L’abitazione di Roberto Vecchioni, ad esempio, è stata devastata da 14 giovani invitati per “festeggiare” il compleanno della figlia. Naturalmente, gli inquieti ospiti, d’età compresa tra 15 e 17 anni, sono stati tutti assolti secondo la sentenza che spiega che “non erano in grado di rendersi conto di quello che facevano”. E, grazie al verdetto comprensivo, potranno ancora divertirsi a portare via argenteria, vuotare cassetti e spaccare soprammobili in altre case. Come giudicano gli esperti questi comportamenti? Ritengono che sia un modo per attirare l’attenzione su di sé e per far fronte alla noia e alla sazietà che li attanaglia. Nell’analizzare i giovanissimi, spiega Elena Moretti, direttore marketing di Mandarina Duck: “Sono mutevoli e poco etichettabili, cauti e circospetti, perché costretti a vivere nell’incertezza. Infatti, vivono sui rottami delle generazioni precedenti che hanno voluto distruggere ogni certezza”. Che fare per loro? Hanno bisogno d’attenzione ed esempi da seguire. Genitori e scuola possono ancora aiutarli, se sapranno andare controtendenza.

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