
Vatileaks 2. Almeno non parlate di vittoria della libertà di stampa

Anticipiamo un articolo tratto dal numero di Tempi in edicola da giovedì 14 luglio (vai alla pagina degli abbonamenti) – E così è finita. La vicenda quasi grottesca di Vatileaks due, il traffico di documenti riservati della Santa Sede che arriva nelle pagine di un libro, i traffici tra un monsignore carrierista e sprovveduto e una Pr alla ricerca del successo, finisce con una sentenza “politically correct” che non salva la faccia al Papa che aveva parlato di «furto».
Il primo Vatileaks sapeva di tradimento verso il Papa, il secondo di decadenza di fine impero. Giudici arrivati allo sfinimento, un processo trasformato in arena per mettere in pubblico i propri interessi. L’austero collegio del Tribunale vaticano che deve ascoltare trivialità di ogni genere, tratte dalle chat della Chaouqui e Vallejo Balda. Il povero Di Maio messo in mezzo e fortunatamente assolto. Un impiegato usato da altri. Forse l’unico vero innocente. E due giornalisti che hanno strepitato la loro innocenza in nome di una libertà di espressione mai discussa e anzi ribadita dal Tribunale che ha deciso di non occuparsi di loro, non perché innocenti, ma perché il reato è commesso in Italia.
Sono stati violati degli account vaticani, ma la questione è spinosa anche tra i giuristi. Meglio mandare all’aria il 116 bis, inserito nella legge vaticana da Francesco. Nuzzi e Fittipaldi ne escono come paladini della libertà, chiedono perfino che il Papa cambi la legge!
Grottesco un processo iniziato con prove, documenti, indagini e che finisce con condanne che sembrano solo un modo per farla finita. Il vero sconfitto è Vallejo Balda. Reo confesso, è l’unico a scontare una pena, distrutto come uomo e come prete. Si è capita la pericolosità delle commissioni e contro commissioni.
Sarà stato almeno utile a papa Francesco per capire meglio come si deve riformare la curia?
Foto Ansa
Articoli correlati
13 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
“E due giornalisti che hanno strepitato la loro innocenza in nome di una libertà di espressione mai discussa e anzi ribadita dal Tribunale che ha deciso di non occuparsi di loro, non perché innocenti, ma perché il reato è commesso in Italia”
Allora perche chiamate il dovere di cronaca “reato”?
In Vaticano non esiste la liberta di stampa, viene considerato appunto reato ciò che perfino in America è consentito, dove riportare documenti riservati può avere conseguenze certamente più gravi.
Chi parla, critica e fa domande è sempre un fariseo.. siamo tutti farisei.
Nessuno chiama il diritto di cronaca reato. Nuzzi e Fittipaldi sono stati mossi da scandalismom hanno tentato di alterare un processo di riforma già in atto. I documenti trafugati fotografavano e caricaturizzavano una situazione già in evoluzione positiva.
Il diritto di cronaca è stato chiamato reato dagli inquirenti del Vaticano, visto che hanno istituito il processo e che hanno perfino preteso di negare la scelta dei difensori ai due giornalisti.
I documenti informano non caricaturizzano.
Non c’è e non c’è stata alcuna evoluzione positiva, la situazione dopo il primo Vatileaks è notevolmente peggiorata come documentano le inchieste dei due giornalisti.
Il processo si è basato sul condice Zanardelli (liberale), in pieno stato di diritto. I documenti, copincollati in quel modo, deformano e basta. È stata una volgare operazione anticlericale, volta a calunniare e a distruggere.
Mi dispiace per te ma le notizie sono tutte veritiere e confermate.
Il codice Zanardelli è del 1889, in Vaticano non esiste nulla di simile all’articolo 21, non c’è stato alcun stato di diritto ed infatti il processo è stato criticato ovunque in Italia e nel mondo ed addirittura ha contribuito a far perdere posizioni al nostro Paese nella classifica dei paesi per liberta di stampa.
1. Chissene del art. 21, visto per cosa è usato in Italia.
2. La propaganda mediatica mondiale è guidata dai medesimi mandanti dei furti di documenti.
3. Il Vaticano ha fatto quello che tutti gli Stati farebbero nel caso di trafugamento di dati sensibili. Se la Francia lo avesse fatto con noi, non avremmo reagito diversamente.
Bravo, Felpa !
C’è solo qualcuno peggio di un clericale, ed è l’anti-clericale !
Spiritoso….
1. come hai dimostrato siete contrari alla libertà di stampa
2. qualunque condanna alla chiesa e alla vostra dottrina, dalla pedofilia agli scandali politici e finanziari, la ritenete “propaganda”, pertanto siete faziosi e settari
3. mi dispiace per te, ma quel tipo di documenti e di inchiesta giornalistaica non rientrano in nessuna sanzione prevista da altri stati, basti pensare al Watergate.
Siete su un binario morto.
Ciao Shivetto, mentre ti disintossichi il nemico vero, come a Nizza, si palesa. Come sembrano davvero miserabili i vostri ideali suicidi dopo un attentato come quello di ieri….
Io non voglio fare il rompi uova, ma ricordo che l’Italietta è uno dei pochi stati del civil consorzio in cui è prevista la galera per i giornalisti.
Ne sa qualcosa Giovannino Guareschi.
Mi piacerebbe come avrebbero potuto condannare Nuzzi e Fittipaldi: era palese la mancanza di giurisdizione del Vaticano, e qui in Italia mi piacerebbe sapere quale fantasioso reato dovrebbe configurare il loro operato
Traffico internazionale di documenti riservati e registrazione di riunioni private, con diffusione sempre internazionale.