
Lettere al direttore
Ve la racconto io la secca del fiume Po

Caro direttore, le scrivo a proposito della “secca” del fiume Po, il grande fiume, così come lo chiamava lo scrittore Guareschi che ha ispirato gli intramontabili episodi di Don Camillo e Peppone.
Io sono nato e ho vissuto per 4 decadi nel paese, Boretto, ultimo lembo della provincia di Reggio Emilia, paese che vive a ridosso dell’argine maestro del Po con la sua grande basilica dedicata a san Marco evangelista, con il campanil basso e il municipio che distano qualche decina di metri dal fiume.
Paragonano l’attuale secca a quelle di 70 anni fa, nel 1952. Dunque anche a quel tempo le bizzarrie del clima non mancavano e non sembravano collegate a quello che ora viene definito come un dogma il “riscaldamento globale” causato dagli esseri umani. In famiglia si parlava spesso di quello che era successo esattamente un anno prima della grave siccità, e cioè dell’alluvione del 1951. In quell’autunno piovve così tanto e così a lungo che i torrenti riempirono il Po a tal punto da farlo esondare nel polesine, e per evitare un’altra tragedia nella “bassa” emiliana decisero di far saltare l’argine ovest del torrente Crostolo. L’acqua allagò Gualtieri (il paese del pittore Antonio Ligabue), le frazioni vicine, il mio paese Boretto fino ad arrivare a Brescello (il paese di Don Camillo) con gravi ripercussioni sulla vita di migliaia di persone. A quel tempo la automobili e le industrie non erano numerose come le attuali, gli allevamenti intensivi di animali non erano come quelli attuali… eppure il clima aveva le sue variabili.
Se, come tanti agronomi dicevano, si fossero costruite casse di espansione e bacini di riserva per raccogliere l’acqua quando era abbondante, ora avremmo meno timori per la penuria idrica, eccetera. Come fece il vicerè d’Egitto, Giuseppe figlio di Giacobbe, che previde sette anni di carestia e aumentò le riserve di grano, così dovremmo fare oggi. Prevedere, investire, prevenire, studiare. Le dico questo perché la “colpa” di questi cambiamenti non è solo dell’essere umano e perché far nascere meno bambini, anche con l’aborto, non è affatto la soluzione.
Gabriele Soliani Reggio Emilia
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1 commento
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Grande Gabriele , condivido pienamente , grazie