Vedo Berlusconi e mi sovviene De Gasperi (con buona pace di Ruggiero&Fanfani)

Di Gianni Baget Bozzo
10 Gennaio 2002
Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta. Un fantasma corre per l’Europa. L’Italia s’è desta, l’Europa è una possibilità ed una necessità ma non è più un dovere. Berlusconi, licenziando Ruggiero, ha detto di no alla perversa alleanza tra il capitalismo delle grandi famiglie e la sinistra.

Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta. Un fantasma corre per l’Europa. L’Italia s’è desta, l’Europa è una possibilità ed una necessità ma non è più un dovere. Berlusconi, licenziando Ruggiero, ha detto di no alla perversa alleanza tra il capitalismo delle grandi famiglie e la sinistra. Ha espresso chiaramente la struttura nazionale liberale e popolare del governo, ha mostrato di imbroccare una via diversa da quella che governa gli italiani da più di quarant’anni. L’inserimento di Ruggiero nel governo aveva voluto dire che si tentava di offrire una mano allo schieramento avverso nell’interesse nazionale; ma si è scoperto rapidamente che lo schieramento avverso non è nazionale, è la gestione dell’Italia da parte di un potere economico senza scrupoli che indebolisce le forze d’ordine e di democrazia liberale flirtando con la sinistra, così da poter disporre a suo piacimento del potere.

Negli anni passati il partito degli Agnelli e dei De Benedetti aveva puntato sulla crisi della Dc, voluto il massacro del Psi che con Craxi era divenuto l’alfiere della coscienza nazionale.

L’alleanza fra il capitalismo delle famiglie e la sinistra aveva per prezzo il fatto che l’Italia fosse un paese senza Stato in cui lo Stato non affondava le sue radici nel sentimento popolare ed in cui la democrazia era un sistema ma non toccava il cuore del popolo. Berlusconi ha reso la democrazia un sistema funzionante contro l’alleanza tra postcomunisti, cattocomunisti e magistrati. Questo è un evento storico. Democrazia e popolo si erano allineati nella prima Dc, quella di Alcide De Gasperi, prima che Fanfani decidesse che il destino dei cattolici dovesse essere la gestione della socialdemocrazia, imponendo nel ’60 alla Dc, che non la voleva, l’alleanza di centro sinistra. Per questo il riferimento a De Gasperi viene normale quando pensiamo all’opera politica di Silvio Berlusconi. Si è trattato di liberare l’Italia dalla dittatura delle grandi famiglie dell’organizzazione di sinistra e degli intellettuali di sinistra come nuovi mentori della coscienza nazionale. Dicendo di no a Ruggiero, rompendo il compromesso prima tentato, Berlusconi indica con chiarezza che la nuova maggioranza non solo è un’opera di governo, ma è l’espressione di un cambio culturale. La nuova maggioranza intende esprimere il rifiuto diffuso in Europa per la concezione socialdemocratica che ha dominato le istituzioni europee creando una burocrazia con vasti emolumenti, piccoli poteri, nessuna responsabilità.

L’Europa non può nascere come un corpo separato dai popoli che si vivono come popoli di uno Stato e di una nazione. E non può avere altro fondamento comune che il riconoscimento dell’identità cristiana d’Europa che si esprime nel principio di libertà. La Carta europea delle socialdemocrazie a carattere cosmopolita e laicista, non è che la giustificazione di corporazioni dominanti non legittimate dal consenso. Ora l’Italia che di è desta potrà parlare con voce alta e forte dentro, in Europa ed oltre l’Europa.

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