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Calma, vendere Ita non vuol dire tradire l’italianità. Anzi

Di Matteo Rigamonti
08 Settembre 2022
Il negoziato con il consorzio franco-statunitense per la cessione della compagnia aerea può far cogliere occasioni di crescita e creare posti di lavoro. Parla l'esperto Roberto Zucchetti
Ita Airways

Un passo indietro sulle scelte propriamente industriali che competono a una moderna compagnia aerea per farne di più importanti in avanti nell’effettiva possibilità di vigilanza sugli interessi strategici del paese. È ciò che, secondo Roberto Zucchetti, docente e ricercatore dell’Università Bocconi specializzato in trasporti, ha voluto fare a febbraio l’esecutivo Draghi con il via libera alla cessione di Ita Airways – chiedendo precise garanzie sulla governance – e che oggi trova conferma nella decisione di avviare un negoziato esclusivo con il consorzio franco-statunitense formato da Certares, Delta Airlines e Air France-Klm. Una strada che, meglio di tante altre già vanamente sperimentate in passato in nome di una retorica tutela dell’italianità della compagnia di bandiera, potrebbe contribuire a mettere le premesse per cogliere concrete occasioni di crescita e creare posti di lavoro, non più in nome della difesa di diritti acquisiti, ma sostenuta dal mercato.
Professore, come dobbia...

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