Vi spiego perchè se vince Prodi, governerà D’Alema

La campagna elettorale mette in luce il ruolo dominante che i Democratici di sinistra (Ds) hanno nella coalizione di centro-sinistra. Il vero potere, infatti, non è nelle mani di Prodi, ma in quelle dei Ds. Non ci sarebbe rapporto tra i partiti che compongono l’Unione se non ci fosse la mediazione diessina. Ciò significa che il potere di decisione sta all’interno dei Ds e che il partito postcomunista assume il ruolo che aveva la Dc nel suo tempo. Ed anzi, ancora maggiore, perché gli alleati della Dc – soprattutto il Psi – godevano di un’autonomia politica che le attuali componenti dell’Unione, salvo Rifondazione, non hanno. Nessun partito della coalizione avrebbe il ruolo che ha, se non ci fosse la coalizione. E la coalizione è tutta in funzione del ruolo diessino. Per questo Berlusconi dice che Massimo D’Alema è il vero referente con cui misurarsi, perché è evidente che egli è il leader effettivo della coalizione e Prodi solo la figura dello schermo.
Tuttavia la “questione comunista” è ancora così forte nel paese che D’Alema non può presentarsi candidato. Si ha così una scissione tra l’immagine e il volto, tra il candidato alla direzione del governo e la figura che veramente può garantire la realtà del governo ed il suo operare. L’immagine di D’Alema come incarnazione storica della memoria comunista è proprio quella che gli dà il reale controllo del partito, la sua rappresentanza effettiva (anche il Correntone di Fabio Mussi, che talvolta lo critica, finisce sempre per rimanergli fedele). D’Alema è dunque il vero candidato alla presidenza del Consiglio anche se siederà a Palazzo Chigi la sua controfigura, Romano Prodi.
Che il leader Ds debba ricorrere a un sostituto per la titolarità di Palazzo Chigi indica la singolare situazione in cui versa la politica italiana. Ciò che conta in una coalizione non è la molteplicità delle voci, ma il luogo in cui risiede il potere di decisione. Se, dunque, vincerà il centro-sinistra il governo che verrà non sarà quello che oggi ci viene presentato. I rapporti di forza porteranno inevitabilmente all’egemonia diessina e quindi a Massimo D’Alema.
Questo non significa che il passaggio di consegne da Prodi a D’Alema avverrà dall’oggi al domani. Ma è certo che chi controlla la politica controlla il governo. Era vero ai tempi della Dc, è ancor più vero nella situazione attuale.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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