Video Killer

Di Caterina Giojelli
22 Aprile 2004
Video killed the radio stars

Video killed the radio stars: il parentado, nella caserma di campagna, ha introdotto la televisione. E la discarica comunale si è arricchita della radio del nonno, un pachiderma irriducibile a due guerre capace di dar voce all’8 settembre, al Vietnam, alle note di Verdi. Video killed the radio stars, perché l’imperativo comunicativo esige volti e sangue, lacrime e sorrisi, le Torri Gemelle, e l’Oriente a portata di un click. Tu chiamale se vuoi emozioni, la stazza di Scotti, gli orsi della Colò, i tacchi delle veline: pura poesia, la televisione… Ma anche – gesummaria! – Costantino. L’ennesimo prodotto De Filippi-Costanzo non può colonizzarmi anche lo spirito campagnolo, e va soppresso in nome della psiche comune; la pubblicità mediasettiana inoltra le sue “card” ogni cinque secondi, le telepromozioni lo nominano ogni due, sulle edicole a caratteri cubitali sono incisi i suoi stati d’animo per Alessandra (suo partner-francobollo); guardi i telegatti per erudirti in fatto di abbigliamento modaiolo e te lo trovi luccicante stile mutante. Eviti lo zapping intorno al “Costanzo Show” (ove è accampato), speri nella Rai e nelle previsioni del tempo di Fazio e… voilà, tra un fulmine e vento forza 7, ecco un Costantino. Ma il peggio è la domenica: ogni reclame su Canale 5 è preceduta da un puzzle di vita della coppia che scoppia, del tipo: ore 11.50, terme di sailcavolo, Alessandra: «Questa volta è finita per sempre» (ogni domenica finisce per sempre), poi l’inquietante scritto a riempire lo schermo: «Cosa sarà successo?». Ma perché esiste la fuga dei cervelli e non quella dei decerebrati? Teleprotettori abbiate pietà di noi e ridateci i compagnucci della parrocchietta che furono radio grazie Sordi.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.