Le speranze dei figli dei coniugi cristiani bruciati vivi in Pakistan

Suleman ha 10 anni e sogna di diventare soldato e costruire una scuola per bambini poveri; Sonia ne ha sei e vuole fare il medico da grande per aiutare i meno fortunati; Poonam, cinque anni, vuole invece diventare una maestra. Sono i sogni dei tre figli di Shama e Shehzad Bibi, la coppia cristiana bruciata viva in Pakistan nel 2014 per false accuse di blasfemia da una folla inferocita di musulmani.

Come si vede nel filmato realizzato da Asianews, i bambini parlano solo in punjabi ma stanno bene e sono affidati alle cure del nonno e della Cecil and Iris Chaudhry Foundation (Cicf). «Ero un sindacalista per i manovali delle fabbriche di mattoni, ma da allora ho dedicato tutta la mia vita a questi bambini. Faccio quel che posso», afferma Mukhtar Masih. «La Chiesa provvede al loro alloggio mentre alle altre spese contribuiscono alcuni filantropi. Io sono il nonno ma per me i veri custodi dei bambini sono la Chiesa e la Cicf».

I bambini, come rivelato in un articolo del quotidiano pakistano Dawn, sentono la mancanza dei genitori ma non li hanno mai dimenticati e grazie agli aiuti internazionali sono in grado di studiare. Per l’omicidio di Shama e Shehzad cinque uomini sono stati condannati a morte, altri dieci al carcere. Novantatré persone sono state invece rilasciate.

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