Vittoria F., prima vittima a essere risarcita per le violenze subite al Forteto

Lo Stato ha dato 35 mila euro alla donna disabile che per 30 anni subì maltrattamenti nella comune agricola del "profeta" Fiesoli. La sua storia

Foto Eric Ward (Unsplash)

Lo Stato italiano paga un risarcimento a una delle tante vittime del Forteto. Per la prima volta da quando è scoppiato lo sconvolgente scandalo della «comune agricola», creata nel 1977 nelle campagne attorno a Barberino di Mugello (Firenze) e presto divenuta una setta agli ordini dei suoi due fondatori – i sedicenti psicologi Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi – il governo di Giorgia Meloni ha deciso di riconoscere un indennizzo a Vittoria F. (il nome è di fantasia), che per 30 del suoi 69 anni era stata rinchiusa tra le mura del Forteto e che nel 2021 aveva fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo lamentando i terribili maltrattamenti subiti in quel luogo.

Prima che i giudici di Strasburgo si pronunciassero sulla vicenda, lo scorso 5 ottobre il governo ha deciso «spontaneamente» di risarcire Vittoria con 35 mila euro. «La cifra è davvero simbolica», dice l’avvocato fiorentino Giovanni Marchese, che si è occupato del caso e di quello di altri 16 vittime, «ma è comunque un passo importante».

Una vita assurda

La storia di Vittoria F. ha i guizzi inquietanti di un romanzo dell’ottocento. Disabile dalla nascita, affetta da oligofrenia, Vittoria F. è figlia di un ragazza-madre che muore quando lei ha appena 6 anni. Non voluta da nessuno, la povera bambina entra in una clinica psichiatrica vicino a Lucca e ci resta fino ai 23 anni.

Nel 1978 un medico, che nel corso del tempo le si è affezionato, sente parlare del Forteto da un’assistente sociale e si convince possa essere una soluzione migliore per lei. Vittoria entra al Forteto nel 1978 e ne esce nel 2008.

In quei 30 anni, la donna vive una vita assurda, fatta di continue vessazioni, di punizioni e di tanto lavoro, duro ma non retribuito. Le sue condizioni sono simili a quelle in cui si lamentano di aver vissuto molti adulti, «reclutati» come manovalanza dal Forteto, ma anche un numero incredibile di altri bambini (alcuni parlano di 86, altri ipotizzano cifre anche superiori) inspiegabilmente affidati per decenni alla comunità dal Tribunale dei minorenni di Firenze: e questo avviene – paradossalmente – malgrado una prima condanna definitiva, subita a metà degli anni Ottanta da Fiesoli e da Goffredi per atti di libidine violenti, corruzione di minorenne e maltrattamenti.

La copertura della sinistra

Vittoria racconta al magistrato Carlo Casini (il pubblico ministero fiorentino che nel 1979 farà arrestare Fiesoli e che ne otterrà la condanna nel 1985) di aver saputo che il «Profeta» – così viene chiamato da tutti – è solito abusare sessualmente dei ragazzini che vengono affidati alla comunità. Per la sua disobbedienza alla ferrea regola del silenzio che vige al Forteto, la punizione è terribile: Vittoria viene chiusa in una ghiacciaia e lì abbandonata per una mezza giornata, uscendone con la salute ancor più minata. Poi le vengono rotti tutti i denti.

Grazie a indegne coperture giudiziarie e politiche e (negli anni decine di esponenti del Pci e dei partiti che ne sono derivati, fino al Pd, hanno tessuto pubbliche lodi del Forteto), la comunità-setta ha potuto andare avanti indisturbata fino al 2012, quando finalmente una nuova inchiesta penale è stata aperta. Nel novembre 2019 Fiesoli è stato condannato dalla Cassazione a 14 anni e 10 mesi di reclusione per abusi su minori e maltrattamenti. La giustizia ha accertato che al Forteto anche adulti con disabilità, come Vittoria, erano oggetto di violenze fisiche e psicologiche. Come altri prima e dopo di lei, Vittoria ha tentato mille volte di fuggire alla setta. C’è riuscita soltanto nel 2008. Oggi ha 68 anni.

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