Sotto gli occhi di una Europa affamata di gas azero, Aliyev ha rotto gli indugi. L’Arsakh non gli importa più: punta diretto sull’Armenia. Risposte dall’Ue? Nessuna
Da sinistra, il leader azero Ilham Aliyev, il presidente del Consiglio dell’Ue Charles Michel e il premier armeno Nikol Pashinian a Bruxelles per i negoziati sul Nagorno-Karabakh, 31 agosto 2022 (foto Ansa)
Perché gli invasori turchi e azeri si sono fermati nel novembre del 2020, e non hanno affondato il colpo? Non è stato per obbedire a Putin o per generosità, volendo evitare una strage di civili inermi. Ma per tenere aperta la strada a ben altra conquista. Una sorta di pit-stop per riaccreditarsi come ragionevoli pretendenti. Indi mandare a monte le trattative. Cercare un nuovo casus belli, e partire stavolta alla conquista dell’intera Repubblica d’Armenia.
Se non siete disposti a credermi, se la stima che mi avete fin qui dimostrato avesse anche solo una scalfittura, allora strappate la pagina molokanesca, appallottolatela, e procedete a letture più amene.
Ho da dirvi un fatto, quasi una folgorazione. Sulle amate sponde ahimè incerte sul loro destino del lago di Sevan – scriverebbe Omero «di argentee trote guizzanti» – una luce ha illuminato la scena con nitore indicibile. Non sono pazzo, né un mitomane che pretende di spacciarsi per san Gregorio l’Illuminatore redivivo dopo 18 secoli....