William Friedkin ne sapeva una più del diavolo

Carriera, opere e flop del regista de “L’esorcista” e de “Il braccio violento della legge“, scomparso il 7 agosto scorso. Un ritratto

Gli era rimasta appiccicata l’etichetta di “regista del Male”, che lui mal sopportava avendo girato cose bellissime e diversissime prima e dopo quel fatidico 1973, l’anno di uscita de L’esorcista. Eppure non c’era intervista, documentario, saggio che non partisse da quella banale definizione. William Friedkin, scomparso il 7 agosto, era ben altro e il male, certo, lo mostrava ma perché aveva a cuore di raccontare l’uomo malato, imprigionato, in lotta contro il potere.

Era un regista fuori dagli schemi che diede molto a Hollywood con almeno due film campioni di incassi per poi per essere messo ai margini, con la scusa dei flop al botteghino. L’esorcista è la sua opera più nota e fu un film spartiacque. L’horror, il genere principe della settima arte, il genere con cui di fatto nasce e si sviluppa il cinema di intrattenimento, era finito, dopo i fasti degli anni Trenta, a passatempo a basso costo nei drive in di periferia. L’horror era dive...

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