«Zelensky si illude: l’Ucraina non sta vincendo la guerra»

Nella cerchia ristretta del presidente c'è grande scoramento: il conflitto va male, mancano armi e soldati, i comandanti di molte brigate si rifiutano di combattere e si percepisce la stanchezza dell'Occidente, ormai concentrato sulla Terra Santa

Volodymyr Zelensky «si sente tradito dai partner occidentali», scrive il Time in un lungo articolo dopo aver consultato la cerchia ristretta dei consulenti politici e militari del presidente ucraino. È «arrabbiato», percepisce la stanchezza delle cancellerie occidentali e ritiene che gli alleati della Nato abbiano abbandonato Kiev «senza i mezzi per vincere la guerra», lasciandolo con quelli buoni a «sopravvivere» e logorare la Russia, ma non a sconfiggerla.

«Zelensky si illude: non stiamo vincendo la guerra»

Il leader dell’Ucraina è ancora convinto di poter vincere la guerra militarmente ma i membri del gabinetto di guerra non la pensano allo stesso modo. «Si illude», dice uno di loro. «Non abbiamo più carte da giocare. Non stiamo vincendo. Ma nessuno si azzarda a dirglielo». La possibilità di negoziare con la Russia, a Kiev, è ancora un «tabù».

La situazione sul terreno, però, dopo cinque mesi di fallimentare controffensiva è in una situazione di sostanziale «stallo», come riconosciuto pochi giorni dal comandante in capo delle Forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny. E con l’avvicinarsi dell’inverno le posizioni si cristallizzeranno, permettendo a Mosca di fortificare ancora di più le difese e rendendo ancora più arduo riconquistare i terreni persi all’Armata rossa, che costituiscono un quinto del paese.

I soldati si rifiutano di combattere

L’Ucraina deve piuttosto pensare a difendersi, dal momento che la Russia sta attaccando in forze per conquistare le città di Avdiivka e Kupiansk, nel Donbass. Ma dopo due anni di guerra l’esercito ucraino è stremato e nonostante gli aiuti occidentali è ancora a corto di armamenti.

Il Time racconta anche che i comandanti di alcune brigate hanno iniziato a rifiutarsi di eseguire gli ordini che arrivano dalla capitale. «A inizio ottobre la leadership politica di Kiev ha ordinato un’operazione militare per “riprendere” la città di Horlivka, un avamposto strategico nell’Ucraina orientale che i russi hanno mantenuto e strenuamente difeso per circa un decennio. La risposta è arrivata in forma di domanda: con che cosa? “Non hanno gli uomini né le armi”, dice un funzionario. “Dove sono le armi? Dov’è l’artiglieria? Dove sono le nuove reclute?”».

Non è solo un problema di armamenti. Secondo un consigliere molto vicino a Zelensky, se anche arrivassero più forniture, molte brigate «non avrebbero i soldati per utilizzarle».

L’Ucraina rischia di cadere nell’oblio

La guerra in Israele ha complicato ulteriormente la situazione. L’attenzione mediatica mondiale si è spostata sul Medio Oriente e anche gli alleati dell’Ucraina da un mese ritengono il conflitto che infiamma la Terra Santa prioritario rispetto a quello che insanguina l’Europa.

Se n’è accorto anche Zelensky: dopo il 7 ottobre ha chiesto di essere ricevuto a Tel Aviv per portare la solidarietà di Kiev, da paese aggredito a paese aggredito, ma la risposta è stata fredda: «Non è il momento giusto».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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