Cattolici e ortodossi chiedono di usare «ogni mezzo» per porre fine all’esodo

Di Luigi Amicone
21 Aprile 2016
Davanti a una guerra condotta con il ricatto umanitario, abbattere i “muri” non basta. Il dovere dell’accoglienza impone anche atti di giustizia

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Tutte le informazioni indicano che l’estate 2016 sarà ricordata per un’emergenza profughi mai vista in Europa. Infatti, mentre con la Turchia che ai suoi confini tiene bloccati qualcosa come 2 milioni di civili in fuga dallo Stato islamico l’Unione Europea ha raggiunto un fragile accordo barattando il blocco dei flussi in cambio di soldi, dal continente africano centinaia di migliaia di persone sono in marcia verso le sponde del Mediterraneo. C’è di tutto in queste masse di disperati che si muovono verso nord, sognando un Bengodi che non esiste, grazie alle immagini di ricchezza e benessere che vedono scorrere nelle tv che raggiungono ormai ogni angolo del Villaggio Globale. Ci sono sudanesi, somali ed eritrei che fuggono dai tagliagole islamisti e da regimi di macellai veterocomunisti. Ci sono minoranze etniche e religiose perseguitate. E soprattutto ci sono giovani e giovanissimi emigranti dell’Africa subsahariana e del Maghreb che in cambio di soldi, molti soldi, vengono organizzati, trasportati verso le coste libiche e messi in mare sui barconi dai trafficanti di esseri umani.

Tutto questo cataclisma succede mentre in Medio Oriente i principali supporter del terrorismo che sta spopolando Iraq e Siria preparano i Mondiali di calcio del 2020 con migliaia di lavoratori stranieri messi a regime schiavista o si godono ricchezze stratosferiche al riparo di frontiere rese impermeabili, sigillate rispetto all’entrata di un solo profugo e “fratello musulmano”. È il caso dell’Arabia Saudita, paese che adesso si permette anche di ricattare l’economia mondiale, minacciando disinvestimenti per migliaia di miliardi di dollari se gli Stati Uniti renderanno pubblico il rapporto che dimostrerebbe il coinvolgimento di Riyadh negli attacchi dell’11 settembre 2001 che provocarono più di tremila morti a New York e Washington.

Davanti a un panorama di guerra condotta con tutti i mezzi, dove profughi e migranti sono giocati come carta di ricatto umanitario, non basta denunciare i “muri” europei. Il dovere dell’accoglienza impone infatti anche atti di giustizia. Come richiesto dal documento che le chiese ortodosse hanno sottoscritto a Lesbo col Papa, la prima “carità” è intervenire con «ogni mezzo» per rimuovere le cause che hanno scatenato l’esodo biblico.

«Ci appelliamo a tutti i responsabili politici affinché sia impiegato ogni mezzo per assicurare che gli individui e le comunità, compresi i cristiani, possano rimanere nelle loro terre natie e godano del diritto fondamentale di vivere in pace e sicurezza. Sono urgentemente necessari un più ampio consenso internazionale e un programma di assistenza per affermare lo stato di diritto, difendere i diritti umani fondamentali in questa situazione divenuta insostenibile, proteggere le minoranze». L’obiettivo è «una pace giusta e duratura e un ritorno onorevole per coloro che sono stati costretti ad abbandonare le loro case».

@LuigiAmicone

Foto Ansa/Ap

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17 commenti

  1. underwater

    Insisto: fate terzomondismo da bar. Anzi, da cricolo Arci.

    1. underwater

      I fan dei gulag e di Khomeini vogliono insegnare la democrazia. Ma siccome sanno che altrove sarebbero salati, si confinano in questo post sperduto ignorato da tutti gli altri. Fanno i leoni, ma sono conigli molto sottomessi.

    2. Chicca

      Ciao, scusate sono nuova. Leggo ogni tanto i commenti. Mi volete dire perchè questo Underwater risponde sempre a se stesso ? Con chi ce l’ha ? E che cosa vuole dire ? Mah ! Ciaoooo 🙂

      1. underwater

        Chiccafranzmario…sai benissimo a chi rispondo perché ti cancellano i post.

        1. Chicca

          Come dici scusa ?

      2. underwater

        Ti mancava giusto Focauld e poi li avevi girati tutti. Dovrei lasciarvi starnazzare tanto poi passa la Redazione.

      3. underwater

        Non avevi ancora copiato un nome: il mio.

      4. underwater

        Voi forse sperate che confondendo la redazione cancelli anche i miei di post. Ma la redazione sa leggere, e non legge le sure, a differenza vostra e dei vostri monsignori (sempre quelli) dhimmi.

      5. underwater

        Il troll gioca sporchissimo. Ma non ha capito che delle sue lenzuolate sotto falso nome non interessa comunque nessuno.

      6. underwater

        Come avrete capito, nenache sopra sono io. W Israele, abbasso i troll!

  2. underwater

    Moltiplicate i nick ed i post, ma la vostra menzogna rimane menzogna e verrà cancellata.

  3. Rita

    Siamo governati da politici assolutamente inadeguati a tutelare gli interessi del nostro paese e dell’Europa. Politici che, invece, ci stanno esponendo a gravissimi rischi, sia sociali che economici.
    Prima lo capiamo e meglio è per tutti.
    In Australia mettono in galera i clandestini (i migranti economici, per intenderci), perché da noi nn lo vogliono fare?

    1. Leo

      La Libia non è sempre stata un porto di partenza per le navi dei migranti. Piuttosto, è negli anni recenti che gli scafisti hanno approfittato del collasso dello Stato libico avvenuto nel 2011 con l’intervento NATO, che ha rovesciato l’ex Capo di Stato Mu’ammar Gheddafi. Uno Stato fallito, senza leggi e senza controllo dei propri confini, era il posto perfetto per gli scafisti che volevano aprire la loro attività. Se i paesi europei non avessero voluto scafisti e rifugiati dalla Libia, forse non avrebbero dovuto bombardare il paese fino a ridurlo in macerie, e fornire armi alle più spietate milizie perchè combattendo si dividessero i resti. Che altri esiti ci si sarebbe potuti aspettare? Non si può rimettere assieme un paese con i missili cruise, e non si può promuovere la pace dando a ciascuno una mitragliatrice.

      1. underwater

        Leo fa del terzomondismo da luoghi comuni, se non fosse che adombra ben altre opinioni conosciute su questi lidi.

  4. underwater

    Assad è parte in causa e la sua opinione vale quanto quella di un altro contendente. Quando era saldamente in sella, non si è mai vergognato di finanziare profumatamente, assieme agli iraniani, terroristi che gli facevano comodo. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

    1. Leo

      I politici possono dare la colpa agli scafisti, e possono parlare finché vogliono della “fortezza Europa”. Ma alla fine il solo modo che l’Occidente ha per fermare le navi dei migranti è di smetterla di sostenere la guerra e l’oppressione. Potrebbero iniziare col trattare con umanità i rifugiati che attraversano il Mediterraneo, invece che con quel disprezzo che l’Europa ha dimostrato verso l’Africa e il Medio Oriente per tutto il secolo passato.

    2. Leo

      In Libia, Siria, Somalia ed Eritrea, l’Europa e in generale il mondo occidentale si è trovato davanti per decenni a una semplice scelta: sostenere la pace oppure incoraggiare il conflitto. In tutti e quattro i casi, il mondo occidentale è stato inequivocabilmente dalla parte della guerra, della sofferenza e della violazione dei più basilari diritti umani. Ora che questi paesi sono stati saccheggiati a sufficienza, l’UE lascia che i rifugiati prodotti dai tanti conflitti sostenuti dall’Occidente muoiano annegati in mare.

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