Giappone. Tre anni e mezzo dopo Fukushima, tutto pronto per il ritorno al nucleare: «Ne abbiamo bisogno»

Di Redazione
07 Novembre 2014
La centrale di Sendai, nel sud del paese, soddisfa i nuovi parametri di sicurezza. Abitanti, Consiglio comunale e governatore sono d'accordo
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Il Giappone torna al nucleare dopo uno stop durato tre anni. Il governatore di Kagoshima, Yuichiro Ito, ha dato la sua approvazione finale al progetto che prevede la riaccensione di due reattori di una centrale nucleare nel sud del paese.

DOPO FUKUSHIMA. Dopo il disastro di Fukushima, causato dallo tsunami seguito a un violentissimo terremoto, tutti i 48 reattori nucleari del Giappone sono stati spenti. Negli ultimi due anni il paese ha messo a punto nuove misure di sicurezza che le centrali devono rispettare per poter tornare in funzione. L’impianto di Sendai sarà il primo a ripartire nei primi mesi del 2015, dopo aver soddisfatto a luglio i nuovi parametri.

«NE ABBIAMO BISOGNO». «Considerato tutto, devo dire che abbiamo ancora bisogno del nucleare ed è estremamente importante per noi portare velocemente a termine il piano», ha dichiarato Ito in conferenza stampa, come riportato dal Guardian. L’approvazione del governatore era l’ultimo passaggio legale necessario, dopo che a fine ottobre il consiglio comunale del paese che ospita la centrale, Satsumasendai, ha dato il via libera con 19 voti favorevoli su 26. Il ministro dell’Economia, Yoichi Miyazawa, ha salutato positivamente l’esito della votazione: «Per noi è davvero importante guadagnare la comprensione dei residenti».

RESIDENTI D’ACCORDO. Nonostante 200 persone abbiano manifestato la loro opposizione, la stragrande maggioranza dei 100 mila abitanti è favorevole al nucleare . Tutta l’economia della città si basa infatti sulla centrale nucleare, grazie alla quale il Comune riceve miliardi di yen in sussidi e agevolazioni.

ENERGIA NUCLEARE. Quest’anno il premier Shinzo Abe ha annunciato la decisione di non rinunciare all’energia nucleare. Prima del fatidico 11 marzo 2011, l’atomo soddisfaceva il 30 per cento del fabbisogno energetico del Giappone. Da quando i reattori sono stati spenti, il governo ha dovuto importare ingenti quantità di gas naturale e petrolio, arrivando a spendere 34 miliardi di dollari in più all’anno e causando un aumento vertiginoso della combustione fossile, creando notevoli danni all’ambiente.

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