
Marina di Ragusa: è siciliano l’unico porto turistico che attrae turisti
Chi l’ha detto che la Sicilia è solo scandali e sprechi? In un settore come quello dei posti per le barche in Italia, che registra cali del 20-30 per cento a favore dei paesi esteri, la storia siciliana di Marina di Ragusa (Rg) è esemplare. Qui infatti, nell’estremità più meridionale d’Italia, le barche che approdano in porto nel 2012 sono aumentate rispetto al 2011 del 10 per cento e per il 2013 si registrano già sufficienti prenotazioni per ritenere confermato il trend positivo. Il caso è ancora più esemplare se si considera che, al di là della crisi economica, quest’anno è entrata in vigore la tassa sugli stazionamenti nei nostri porti delle barche superiori a 10 metri. E anche se a marzo la norma è poi stata mitigata, l’effetto “grande fuga” dei diportisti stranieri si è scatenato in tutt’Italia.
«Il calo è stato del 15-20 per cento» ha spiegato Roberto Perrocchio, presidente di Assomarinas, l’associazione italiana dei porti turistici. A Marina di Ragusa invece no, grazie a una precisa strategia commerciale messa in atto dal Porto turistico diretto da Salvo Calà: sconto del 50 per cento per tutti coloro che usano dei voli charter che atterrano nel più vicino aeroporto, quello di Catania, e sconti del 50 per cento per chi sceglie Marina di Ragusa come porto durante i mesi invernali e primaverili. Queste due soluzioni, insieme al clima che permette senza difficoltà anche la destagionalizzazione dei flussi turistici, hanno fatto sì che la metà dei diportisti di Marina di Ragusa siano stranieri e che le prenotazioni siano già ottime anche per il prossimo inverno.
Un’altra soluzione adottata è quella di un tariffario con prezzi giornalieri ridotti rispetto al resto d’Italia anche in alta stagione. Così mentre a Marina di Ragusa per tutta l’estate si va da un minimo di 35 ad un massimo di 900 euro (Iva inclusa), a Marina di Porto Rotondo (Ot), in Sardegna, nel mese di luglio si pagano dai 35 ai mille euro al giorno in luglio e dai 50 ai 1600 euro al giorno nel mese d’agosto, Iva esclusa. Ecco dunque spiegata la competitività che sta portando successo a Marina di Ragusa e che fa dire al direttore del porto turistico Calà: «Sorridiamo perché in un momento di crisi come questo che ha colpito la nautica in particolare, mettendo addirittura a rischio la realizzazione dello storico Salone di Genova, possiamo essere tutto sommato felici. Monitoriamo anche i transiti giornalieri, sui quali stiamo registrando dei numeri positivi: anche questo è il segno della nostra struttura portuale».
Tutto ciò mentre dalla Liguria, ha segnalato il presidente di Assomarinas, «si registra la fuga verso la Francia, dalla Sardegna verso la Corsica, e dall’Adriatico verso Slovenia, Croazia e Montenegro». Calà invece fa sapere: «Da noi qualcuno si è spostato verso le Eolie, ma solo per questione di gusti. Nessuna fuga è stata provocata nemmeno dalla paura per la tassa imposta dal governo». La storia di Marina di Ragusa, come quella dei due fratelli catanesi che esportano carretti per il gelato, è un altro esempio di come in Sicilia non tutto vada a rotoli. Anzi.
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