Mr PayPal guida la svolta della grande finanza verso la marijuana, «un’industria incompresa»

Di Leone Grotti
15 Gennaio 2015
Peter Thiel punta i suoi milioni nel business della cannabis. Ora bisogna convincere l'opinione pubblica che è un prodotto «benefico e socialmente responsabile»

La marijuana deve essere legale o no? Fa bene o fa male? È una droga leggera, pesante, non è peggio di un caffè o un bicchiere di vino? Queste domande negli Stati Uniti sono tutte secondarie, perché l’unica vera questione che gira attorno alla cannabis è: la marijuana è un business, possibilmente un gran bel business?

INVESTIRE IN MARIJUANA. La risposta che i grandi investitori americani si sono dati è affermativa, almeno a giudicare dall’operazione realizzata la settimana scorsa dal fondo di venture capital guidato da Peter Thiel (foto sotto a destra), il co-fondatore di PayPal che ha scommesso in tempi non sospetti in Facebook, SpaceX e Spotify. Mettendo insieme una fortuna. Ecco, ora Thiel ha investito milioni di dollari in marijuana. Più precisamente, nel fondo Privateer Holdings, che possiede il database sulla marijuana Leafly e il brand di cannabis Marley Natural, dal nome di Bob Marley.

È ROBA BUONA? Inutile dire che quando uno dei fondi più ricchi del mondo investe in marijuana, la cui vendita è già legale in Colorado e Washington, anche i fondi più piccoli capiscono che è il momento di farlo, perché significa che l’affare è buono e il mercato in espansione. C’è solo un piccolo problema che frena ancora la corsa in massa al finanziamento della cannabis: la merce è buona, etica e soprattutto politicamente corretta?

POLITICAMENTE CORRETTO. Negli Stati Uniti, riferisce il New York Times, questa domanda non è secondaria ma cruciale. Anni di campagne green sullo sviluppo sostenibile ed etico, ad esempio, hanno avuto il loro effetto sulla famiglia Rockefeller, che ha promesso di non investire più in combustibili fossili. Dopo la strage avvenuta nella scuola elementare di Newtown nel 2012, gli investitori di Cerberus Capital Management hanno costretto il fondo a mettere sul mercato Freedom Group, niente meno che il più grande produttore di armi negli Stati Uniti.

NON CHIAMATELA DROGA. Perciò è importante, anzi fondamentale, che l’opinione pubblica cominci a vedere la marijuana non solo come qualcosa di non pericoloso ma anche come un «prodotto» etico, buono e «socialmente responsabile» (la parola droga è già démodé). Geoff Lewis, partner di Thiel, lo spiega così: «L’industria della marijuana è incompresa. Se pensassi che sia un’industria del peccato, non avrei fatto l’investimento». E dopo aver svolto adeguate «ricerche mediche e sociali», il pezzo grosso ha concluso che «quando la cannabis viene usata bene, secondo le prescrizioni giuste, ha davvero tanti benefici sulla salute. È falso che dalla cannabis si passi a droghe pesanti e la scienza non è riuscita a convincermi che la marijuana dia dipendenza. Anzi, secondo diversi studi la caffeina dà molta più dipendenza».

BUSINESS. Non solo, quindi, la marijuana fa bene ma anche dal punto di vista sociale è un toccasana: «Mettendo in prigione le persone per possesso di marijuana si contribuisce in modo significativo al sovraffollamento delle carceri, che è un problema sociale enorme», continua Lewis. Che tira le fila così: «La nostra decisione è primariamente e innanzitutto dettata dal business. Questo è un buon investimento. Ma certamente non penso che sia socialmente irresponsabile».

OSTACOLO BANCHE. Nel 2014 la marijuana legale negli Stati Uniti ha attratto investimenti per 104 milioni di dollari e si può star certi che nel 2015 aumenteranno di pari passo con la retorica. Quando colossi del credito come JPMorgan Chase e Bank of America apriranno le porte ai cospicui conti delle ditte di marijuana, che per ora non vengono accettati per ragioni etiche, allora sapremo che la trasformazione dell’opinione pubblica è completa.

@LeoneGrotti

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4 commenti

  1. paolo68

    Gli auguro di avere un figlio tossicodipendente e forse cambierà idea……..

  2. recarlos79

    cannatevi pure giovani perduti. però andate da soli in macchina, così la vostra testa fusa per uso medico non danneggerà gli altri.

  3. paolo

    Chi non è d’accordo con mr PayPal è invitato ad abbandonare la sua piattaforma di pagamenti. Se è vero che i soldi comandano, mettiamo insieme i nostri e facciamo loro cambiare idea!

  4. Filippo81

    Un’industria incompresa ? Vedo che i parrucconi che di fatto comandano in America e nel mondo(rockefeller, rothschild,soros,ecc.)hanno una fantasia creativa (per fare quattrini) oltre ogni limite ! Si arriverà ad un punto che tutti dovranno farsi le canne obbligatoriamente, pena l’arresto…..perche lo vuole l’Europa ovviamente ! ah ah ah

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