Obama-Romney alla pari. Ma la campagna presidenziale annoia gli americani

Di Benedetta Frigerio
25 Luglio 2012
I sondaggi mostrano lo scarso interesse degli elettori a conoscere meglio le proposte dei candidati. Irritati da una corsa negativa restano divisi a metà tra Obama e Romney.

Alcuni sondaggi vedono Barack Obama davanti a Mitt Romney, altri dicono il contrario. Si tratta, in entrambi i casi, di una distanza di pochi punti percentuali, dai due ai tre a seconda del periodo. In quattro mesi dopo la vittoria di Romney alle primarie Gop, le cifre sono rimaste più o meno sempre le stesse. E, a meno di cambiamenti repentini, le cose potrebbero rimanere così fino alla fine, dato che gli statunitensi non sono molto curiosi di sapere quale sia davvero il candidato migliore. Ormai sono convinti di essersi fatti un’idea che non hanno intenzione di cambiare. Sia i repubblicani sia i democratici sono infatti stanchi di una campagna elettorale che definiscono «estenuante». A mettere in luce questo stato d’animo sono due sondaggi successivi del “fact tank” americano Pew Research Center. Secondo il primo sondaggio, del 24 luglio, quando si tratta del presidente democratico, Barack Obama, il 90 per cento degli elettori dice di saperne già abbastanza su di lui. E, nonostante scenda, la percentuale rimane alta (69 per cento) anche quando si tratta di vagliare la “new entry” Mitt Romney.

Il motivo del disinteresse crescente lo si ritrova nel secondo sondaggio pubblicato il 5 luglio: il 56 per cento degli elettori riterrebbe già troppo lunga una campagna elettorale che per il 67 per cento degli intervistati è estenuante. Sopratutto per i repubblicani che la definiscono «irritante» nel 63 per cento dei casi. Mentre il 56 per cento degli indipendenti l’ha descritta come «monotona e noiosa». In effetti, da quando è terminata la corsa all’interno del partito repubblicano per scegliere lo sfidante di Obama i riflettori sulla campagna presidenziale si sono abbassati. Non a caso, infatti, i repubblicani intervistati sempre dal Pew Research Center, hanno detto di essersi appassionati molto di più allo scontro tra Mitt Romney e l’ex candidato Rick Santorum che non a quello presidenziale.

Ma perché? In effetti, «non molto è cambiato dall’inizio della corsa presidenziale», ha spiegato ieri il giornalista del Wall Street Journal Gerald F. Seib. E i sondaggi «mostrano molta stabilità», nonostante «un periodo di fermento economico in cui l’elettorato è sempre stato volubile». Probabilmente anche perché, di fronte a una situazione che non pare sbloccarsi, si è spesso puntato altrove senza successo. Non più sui programmi e i piani di recupero, bensì su annunci ad effetto e repentini cambiamenti di posizioni per aggiudicarsi il voto prima delle donne single, poi della lobby Lgbt e degli ispanici. Infine, Obama ha cercato di ingraziarsi anche la classe media annunciando la volontà di attuare un programma di un anno per agevolare i redditi sotto il 250 mila dollari.

I due candidati hanno investito cifre da record in una campagna pubblicitaria senza esclusione di colpi. Forse anche per questo, come emerge dal sondaggio pubblicato ieri dall’NBC/Wall Street Journal, il 43 per cento degli elettori ha un’opinione personale «negativa» del presidente democratico, mentre il 32 ne ha una «molto negativa». Va meglio Romney anche se ben il 40 per cento ha un’idea «negativa» di lui, mentre il 24 «molto negativa». Impressiona poi la percezione che gli elettori hanno del futuro del paese: il 60 per cento ha dichiarato che gli Stati Uniti sono sulla «cattiva strada». E solo per il 32 sono sulla «buona strada».

@frigeriobenedet

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.