La “sindrome Brzezinski” che porterà il centrodestra all’estinzione volontaria

Di Renato Farina
27 Giugno 2016
La parabola del consigliere di Carter che "scelse" i talebani in Afghanistan insegna qualcosa agli ingenui che sperano di far tornare in casa i voti vincenti forniti ai grillini a Roma e Torino

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Pubblichiamo la rubrica “Boris Godunov” di Renato Farina contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

È successo un fenomeno alle ultime amministrative, e in particolare ai ballottaggi, che Boris, esperto di cose russo-sovietiche, chiama la “sindrome Brzezinski”. Tutto accadde durante la presidenza americana di Jimmy Carter, e Zbigniew Brzezinski ne era il consigliere per la sicurezza nazionale. Breznev, in gravissima difficoltà interna e bisognoso di diversivi oltre che di cercare sbocchi per l’Urss sui mari caldi, occupò militarmente l’Afghanistan. In Italia, ad appoggiare questa azione imperialista fu niente meno che Giorgio Amendola, migliorista del Pci, e cultore della necessità storica delle potenze come fattore autenticamente morale, altro che le fisime dei diritti umani.

Carter, amato da Aleksandr Solzenicyn nonostante la sua debolezza, per l’orrore sincero che nutriva per il sangue, non se la sentì di contrastare con le armi questa scandalosa azione bellica. Brzezinski gli venne in soccorso: anticomunista come nessun altro, polacco di nascita e di cultura, elaborò un argomento machiavellico. Se il nemico è il comunismo, il nemico dei miei nemici è mio amico. Lo sostengo, lo armo, e lo spingo alla vittoria senza dover riportare in patria i miei soldati nei sacchi neri. Nel caso, a opporsi con lunghi coltelli e strategie guerrigliere crudeli almeno quanto quelle comuniste, c’erano i guerrieri di Allah. Allora apparvero come gli angeli della libertà, e di certo ce n’erano tra loro di questo tipo generoso e puro. Ma tra i più promettenti e spietati c’era un tale Bin Laden, di buona famiglia saudita e yemenita, parente di alleati storici. Gli fu dato il via libera per ricacciare indietro i comunisti.

Insieme a chiunque contro il nemico assoluto
A suo tempo feci una ricerca e potei appurare che persino i sovietici si erano mossi in armi non solo per questioni di potenza economica e ideologica, ma in vista di un’azione di contenimento di un’invasione radicale islamica. Era già cominciata la penetrazione, finanziata dall’Arabia Saudita, di predicatori wahabiti, in tutto e per tutto ostili al vecchio islam saggio e sufita, meditativo e bevitore di tè, tollerato persino dai comunisti. Questo era diverso. Si doveva chiuderne le sorgenti, tappare le falle agli argini. Oriana Fallaci la pensava così. La storia è finita come sapete. Anzi non è finita. La sindrome Brzezinski non si dimostrò una buona idea, e ne sentiamo ancora adesso gli effetti.

In questi ballottaggi il centrodestra si è comportato allo stesso modo. Ha eletto Renzi nemico assoluto. Lo ha giudicato il concentrato di tutti i mali del mondo. E Dio sa se il Fiorentino non ha fatto di tutto per attirare contro di sé il sentimento di qualunque cittadino comune. La distanza tra i suoi annunci di resurrezione e la constatazione della pochezza dei risultati lo ha palesato a tutti come il capitan Trinchetto del Carosello di una volta, ma senza la simpatia del marinaio che sparava balle gigantesche. Risultato: Renzi si è guadagnato l’ostilità dei moderati per le sue posizioni furbe e beffarde sulla finta riduzione delle tasse e il vero appoggio ai matrimoni omosessuali, oltre che l’odio furente dei protestatari professionisti, dei forcaioli del prima ti impicco e poi vedo se sei innocente, insomma dei 5 Stelle.

Un aiutino non reciproco
Ai ballottaggi il centrodestra ha invitato senza tanti complimenti a unire le forze dando una mano alle candidatesse Raggi a Roma e Appendino a Torino. Confidando nella reciprocità del sostegno, con un aiuto 5 Stelle a Milano e a Bologna. Be’, il centrodestra è stato appeso come Brzezinski alla sua ingenuità. Far tornare i voti vincenti forniti ai grillini in casa del centrodestra è un’impresa disperata. Una volta che si è vincenti non si ritira il consenso, si scommette se non altro per amor proprio su chi ha suscitato la crocetta sul suo nome.

Sulle prime pagine dei quotidiani il giorno dopo i ballottaggi nessuno ha scritto che il centrodestra e Forza Italia e Lega erano stati sconfitti. Semplicemente non esistevano. Renzi-Breznev è condannato, non si risolleva più. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anzi non c’è più. Ci tocca sperare che Grillo e Casaleggio jr siano un pochino più buoni di Bin Laden e del Mullah Omar.

@RenatoFarina

Foto Ansa

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6 commenti

  1. Antonio

    Caro farina, la similitudine non regge.
    Io, elettore del centrodestra, ho semplicemente votato contro Renzi perchè con l’approvazione della Cirinnà è un nemico da abbattere, punto e basta e turandomi il naso ho votato grillino, tanto non vanno lontano.

  2. Giannino Stoppani

    Farina La prego, quando si riferisce a Renzi, non lo chiami “Fiorentino” con l’iniziale maiuscola, come se fosse fiorentino per eccellenza. Inoltre, bisogna considerare che a fare da convitato di pietra di tutto questo ragionamento è l’esercito oceanico di italiani che non vota più.

  3. Filippo81

    Grazie Renato Farina per l’articolo.Io,personalmente.non condivido assolutamente i programmi dei 5 stelle,ma sono convinto che il centrodestra Europeo, se vuole sopravvivere,deve abbandonare il liberal-liberismo.E’ assurdo infatti che il centrodestra nel nostro Continente sia in mano a soggetti come cameron,merkel.sarkozy,berlusconi,ecc,IL centrodestra deve cominciare a fare una politica popolare , interclassista,tenendo presente la Tradizione Europea e pensando davvero al bene della popolazione Europea..Attualmente lo schieramento di centrodestra è in mano ad un comitato di fedeli maggiordomi della troika (con le conseguenze che tutti vediamo ),in questo modo la sua estinzione è prossima.

  4. Cisco

    Gentile Farina, a me sembra che la sua analisi non tenga conto del fatto che i candidati grillini votati dagli elettori del centrodestra (ammesso e assolutamente non concesso che gli elettori appartengano a un certo schieramento dalla culla alla tomba) possano essere stati votati anche convintamente e senza alcun secondo fine talebano e contro alcuno. Lo dico da non grillino, ma non si capisce perché un elettore cosiddetto “moderato” (almeno fino a quando si vorrà continuare a usare questo termine da ricovero geriatrico) avrebbe dovuto preferire un Giacchetti, un Fassino o semplicemente una gita fuori porta rispetto a candidati che male che vada ruberanno come gli altri. Della serie “l’altro è un bene per me”, vediamo cosa combina.

    1. giovanna

      Bè, Cisco, a dire il vero parecchi hanno dichiarato di aver votato il nemico del mio nemico.
      E’ anche vero che il nemico del mio nemico poteva essere Giacchetti, nel caso, che i cinquestelle sono abbastanza pessimi, a mio parere.
      Sì, penso che io sarei andata al mare.

      1. Cisco

        @ Giovanna

        Appunto: molti hanno dichiarato di aver votato il nemico del suo nemico al secondo tuno, non al primo. La mancanza di autocritica di Farina per le ragioni della scomparsa del centrodestra e’ scoraggiante: “Renzi si è guadagnato l’ostilità dei moderati per le sue posizioni furbe e beffarde sulla finta riduzione delle tasse”. Giusto, ma lo è anche sostituire “Renzi” con “Berlusconi”.

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