
Wind Jet, i siciliani trovano la soluzione in una new.co
Wind Jet, la compagnia aerea siciliana low cost costretta a sospendere i propri voli ad agosto per la situazione debitoria, lotta da settimane per evitare quella che dal presidente della società, Nino Pulvirenti, è considerata una terribile “retrocessione”: il ricorso alla Prodi bis e il commissariamento della società, sulla scia di quanto è avvenuto in altri casi celebri, come la Parmalat o la Cirio. Wind Jet ad agosto si è impegnata a trovare delle soluzioni alternative con il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, che subito aveva convocato un tavolo per evitare il fallimento della compagnia. Dopo varie indiscrezioni trapelate in queste ultime settimane, compresa l’offerta di affitto stralciato di alcuni aerei della compagnia portata avanti da una cordata di imprenditori siciliani, oggi finalmente si apprende quali sono le piste più sicure rintracciate da Pulvirenti.
NEW.CO IL 13 SETTEMBRE. Il numero uno di Wind Jet ha scritto al ministro Passera per chiedere un incontro nel quale presenterà il piano per una new.co, che nasce invece sul modello di quanto accaduto con Alitalia, con una bad company che assorba le posizioni debitorie, e una cordata di imprenditori che acquistino la “parte sana” di Wind Jet, che vanta rotte e slot particolarmente appetibili, essendo il principale competitor della compagnia di bandiera sulle rotte da e per la Sicilia.
Verrebbe inoltre riassorbito il personale di Wind Jet, attualmente in cassa integrazione, e si troverebbe una soluzione contro i rincari dei biglietti seguiti al blocco dei voli (i prezzi sono raddoppiati o triplicati in tutta l’isola), sia contro il rischio di un effetto domino sull’indotto. Pulvirenti progetta una ripartenza completa della compagnia: le uniche condizioni sono che la base operativa resti Catania, che la new.co resti strutturata in Sicilia e resti elemento essenziale del trasporto aereo dell’isola.
LE DUE PISTE. Per raggiungere questo scopo si delineano due strade. La prima è quella di una cordata di imprenditori privati (diversa da quella che ha proposto l’affitto degli aerei) sia italiani sia stranieri, contattati da Pulvirenti sin dalle prime ore dopo il fallimento della trattativa con Alitalia. Questa soluzione avrebbe il vantaggio di permettere l’immediata ripartenza della nuova compagnia aerea, ma porrebbe maggiori dubbi sulla permanenza della struttura nell’isola.
Si è affacciata dunque una seconda soluzione, anche questa completamente “made in Sicilia”. L’ipotesi b, prevede a fianco della cordata un finanziamento dell’Irfis, la finanziaria della Regione siciliana: la ripresa delle attività in questa seconda opzione sarebbe graduale, ma l’ente renderebbe garantito il legame tra l’azienda e il territorio. Entrambe le trattative sono state condotte dal solo Pulvirenti e in grade riserbo, motivo per il quale non è ancora trapelata l’identità degli imprenditori coinvolti.
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