Simone: In carcere l’Italia gioca in trasferta e comandano gli albanesi

Ho sempre pensato che i politici fossero lo specchio dei loro elettori. Oggi ho capito che sono anche lo specchio dei carcerati: non governa nessuno. Diciassettesima lettera da San Vittore.

Diciassettesima lettera inviata a tempi.it da Antonio Simone, detenuto nel carcere di San Vittore a Milano. In coda trovate le precedenti missive.

Italia-Spagna in cella. Al gol dell’Italia tutti festeggiano battendo qualunque cosa. Quel che conta è fare rumore. Ma quattro minuti dopo va in gol la Spagna e il rumore e i festeggiamenti sono ancor più numerosi e rumorosi.
In carcere l’Italia gioca in trasferta e, spesso, non è amata dagli ospiti stranieri. Perché? Ora ve lo spiego.

Dopo gli accoltellamenti di cui vi avevo già parlato tra tunisini e albanesi, questi ultimi hanno detto che la colpa di quanto accaduto era da imputare agli italiani. Agli italiani? Ebbene sì, perché, secondo loro «il carcere è italiano, è vostro, e, siccome voi non lo sapete governare tocca a noi farlo».

Bene. Io, contrariamente a molti, ho sempre pensato che i politici fossero lo specchio dei loro elettori. Oggi ho capito che sono anche lo specchio dei carcerati: non governa nessuno. Lo spread sale e la carcerazione preventiva è la condanna preventiva.

Antonio Simone

Lettere precedenti:

1. Lettera dal carcere di Antonio Simone. Con una domanda a Repubblica

2. Anche da un peccato può nascere un po’ più di umanità

3. «Ezio Mauro, se vuoi farmi qualche domanda, sono pronto»

4. Io, nel pestaggio in carcere con cinghie e punteruoli

5. La rissa e l’evirazione. Storie di ordinaria follia a San Vittore

6. In quel buio che pare inghiottirmi, io ci sono

7. Repubblica mi vuole intervistare. Ok, ma a due condizioni

8. Cresima in carcere con trans. Sono contento

9. Mi dimetto da uomo. Meglio essere un porco

10. Gli scarafaggi, il basilico e l’urlo nella notte

11. «Amico, posso diventare anche io di Comunione e libertà?»

12. «Sono di Cl non perché sono giusto. Ma per seguire una via»

13. «Che differenza c’è tra me e voi fuori? Nessuna»

14. Ikea festeggia la condanna definitiva. Festa con incendio

15. La mia speranza (cosa disse don Giussani nel 1981)

16. Leggo Repubblica solo per capire se posso chiedere i danni

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